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Una cavalcata vincente: tra spareggio, occasioni perse e "L'arte di essere felici" di Schopenhauer

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"Nella vita è come quando tu giochi ai dadi: se il punto che più ti occorre non è uscito fuori al getto, quello che il caso ha fatto uscire devi correggerlo da te, con la tua abilità".
Nella vita è come nel gioco: in entrambi i casi facciamo, è vero, un piano, ma esso rimane assolutamente condizionato da ciò che avranno voglia di fare l'avversario nel gioco e nella vita il destino. Le modificazioni che ne derivano sono per lo più talmente significative che in fase di realizzazione il nostro piano sarà appena riconoscibile in alcune linee fondamentali". Traendo spunto dalla Massima n. 23 del libro citato in oggetto si conclude un'avventura lunga un anno. Una scelta coraggiosa, il desiderio di sovvertire la locuzione "Nemo propheta in patria" e di mettersi in gioco partendo dal basso: ricominciare dallo scalino più basso dopo dieci anni di ascesa. Ho sempre voluto pensare a questa scelta non come un passo indietro, ma come ad una rincorsa. Il desiderio di andare più indietro possibile per ritornare “su” con ancora maggiore forza di prima. Il primo passo, tra match-point falliti, discutibili arbitraggi, qualche defezione di troppo e passaggi a vuoto, è stato comunque superato. "Svolgere  un'attività, dedicarsi a qualcosa, o anche solo studiare sono cose necessarie alla felicità dell'uomo. Egli vuole attivare le sue forze e percepire in qualche modo il successo di tale attività. Sforzarsi e lottare con ostacoli è il bisogno più essenziale della natura umana: superare ostacoli è il piacere più completo della sua esistenza; per lui non c'è nulla di meglio. Tali ostacoli possono essere di tipo materiale, come nel caso dell'agire e dell'operare, o spirituale, come nel caso dello studiare e del ricercare; la lotta contro essi e la vittoria su essi costituisce il pieno godimento dell'esistenza umana”. Di questa stagione sportiva porterò dentro di me soprattutto l’immagine del gruppo. Il lavoro su di esso. Il modo in cui tutti si sono lasciati andare ai miei insegnamenti, alle mie cure. Alle mie manie. Il senso totale di fiducia del gruppo è l’asse portante per ogni allenatore. La fiducia genera sempre nuova fiducia. E la fiducia condivisa genera risultati. E, infine, i risultati ottenuti attraverso il lavoro, un lungo cammino diviso e condiviso con un gruppo di amici, le gioie e i dolori che solo lo sport possono donarti, generano la vera arte di essere felici. Grazie a tutti.
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