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Le scelte dell'allenatore e il principio di indeterminazione di Heisenberg
Citando Paulo Coelho "L'uomo deve scegliere. In questo sta la sua forza: il potere delle sue decisioni." L'allenatore, in quanto tale, viene sottoposto continuamente a delle decisioni. Decisioni che devono, per forza di cose, decretare delle scelte. La scelta del club da allenare, la scelta del metodo d'insegnamento, della tattica, dello staff tecnico da costruirsi intorno, dei giocatori da avere in rosa e, una volta iniziata la stagione sportiva, le scelte all'interno del gruppo sono la costante del proprio ruolo. L'allenatore, così come qualsiasi uomo che gestisce un gruppo, ha alla base del proprio ruolo il diritto e il dovere di fare delle scelte. Ripetutamente e innumerevolmente. Le scelte, agli occhi dell'allenatore stesso, molto spesso, possono sembrarci scontate e/o obbligate. Ma non sempre è così. Nel senso che siamo noi stessi ad influenzarle. Per questo ho voluto approfondire questo concetto tirando in ballo niente poco di meno che il fisico tedesco Heisenberg, uno dei fondatori della meccanica quantistica, e il suo "principio di indeterminazione". Senza complicare troppo la vita a chi legge questo articolo cercando di semplificare il più possibile il concetto: Il principio di indeterminazione di Heisenberg prevede che non si possa conoscere alla perfezione due aspetti di uno stesso fenomeno e di conseguenza che non si possa descrivere esattamente il fenomeno stesso. Prendiamo per esempio una particella sub-atomica. Vogliamo calcolarne la posizione e la velocità. Per calcolare la sua posizione dobbiamo necessariamente colpire la particella con un fascio di fotoni (illuminarla). Facendo questo, tuttavia, andremo irrimediabilmente a modificare la quantità di energia e la velocità della particella. Non potendo, di fatto, stabilire la posizione precedente della particella stessa. Così Heisenberg afferma che non possiamo conoscere esattamente tutti gli aspetti di un fenomeno se non tenendo conto degli errori e delle modificazione che andremo inevitabilmente a generare durante le misure. Il concetto, rapportato allo sport, ancor più precisamente alle scelte di un allenatore, è incredibilmente affascinante. Tra le implicazioni più rilevanti dell'esperienza quotidiana di un allenatore vi è l'impossibilità di pervenire ad una conoscenza oggettiva, completa ed imparziale di un fenomeno (in questo caso la scelta) se prima, chi osserva, non è in grado di sapere come egli stesso interferisce sull'oggetto osservato (in tal caso, su cosa ricade la scelta e le origini stesse di questa nostra decisione). Saremo noi ad influenzare e modificare la scelta stessa e non il contrario. Perché noi stessi interferiremo su di essa. Quindi, quando andremo a valutare le nostre stesse scelte, per descrivere l'incertezza fondamentale e il disturbo aggiuntivo dovuto al processo di misurazione, dovremo trattare nel quadro della teoria quantistica tanto le scelte e i loro risultati quanto i dispositivi di misurazione. "L'osservatore influenza l'esperimento". |