Matt Busby nacque il 26 maggio 1909, nella città mineraria di Orbiston nel Lanarkshire e crebbe nel vicino paese di Bellshill. Conobbe le asprezze della vita ben presto, considerato che suo padre e i suoi zii perirono durante la Prima Guerra Mondiale. Ebbe una buona carriera da calciatore, nelle file del Manchester City e del Liverpool (ironia della sorte, le rivali storiche di quello che sarà il suo club da tecnico). Nel periodo bellico, oltre ad avere il grado di sergente-maggiore al nono battaglione del King's Liverpool Regiment, in cui gli furono affidate le mansioni di istruttore fisico dell'accademia militare di Sandhurst, un ruolo che gli permise di affinare la sua abilità di organizzare e dirigere gli allenamenti, divenne anche l'allenatore di una squadra un pò particolare: l'Esercito Britannico. Una selezione che giocava partite in Europa ed Africa per "tenere alto il morale delle truppe". All'inizio del 1945, con la prospettiva di un imminente fine del conflitto, quando aveva terminato la sua carriera di calciatore, all'età di 36 anni, gli fu offerto il ruolo di tecnico ad Anfield, con il Liverpool FC, ma scelse invece di diventare il manager del Manchester United. Per il giovane Matt, una scelta azzeccata fu quella di scegliere come membro del suo Staff Tecnico jimmy Murphy, affidandogli il ruolo di sviluppare il settore giovanile, anche in considerazione della totale assenza di fondi nel dopo guerra. Il tecnico scozzese si dimostra fin da subito dotato di grande personalità, nonostante l'impressione che dava di persona calma e tranquilla. Il modulo di gioco prescelto, molto in voga in quegli anni (ma che ora farebbe sorridere) era il 2-3-5. L'inizio dell'avventura con i red devils, per una serie di motivi non può spiccare subito il volo. Uno dei principali motivi è quello di non avere uno stadio proprio, distrutto dalla guerra, e anche i problemi economici non sono da poco arrivando ad avere difficoltà anche con le divise da gioco. Non sono di certo i tempi della Nike e delle scintillanti magliettine rosse assemblate in Asia dei giorni nostri. Il Manchester United conquistò tre secondi posti consecutivi nel 1947, 1948 e 1949 (anno in cui vinsero la FA Cup), poi un quarto posto e ancora un secondo nel 1951 prima di arrivare al tanto sospirato titolo nel 1952. Seguirono altri due titoli nel 56 e nel 57, sotto i colpi dei "Busby Babes": erano un gruppo di calciatori del Manchester United, scoperti e allenati da Jimmy Murphy, che li fece passare dalla sezione giovanile del club alla prima squadra, sotto la guida dell'allenatore Matt Busby. Oltre che per le loro qualità tecniche, furono noti per il loro attaccamento allo United, rifiutando tutte le proposte d'acquisto da altre società. Il termine, secondo molti coniato dal giornalista Tom Jackson, si riferisce a quel gruppo di giocatori che vinsero il campionato nel 1955-1956 e nel 1956-1957, all'età di 21 e 22 anni. Purtroppo l'anno successivo, il 6 febbraio del 1958, otto dei Busby Babes morirono nel disastro aereo di Monaco di Baviera, lo stesso Busby gravemente ferito, tanto che gli fu impartita due volte l'Estrema Unzione. Tra loro c'era anche Duncan Edwards, considerato come il migliore tra loro. Uno dei superstiti, assieme allo stesso Busby, fu Bobby Charlton che assieme a Busby dette il suo contributo per ricostruire una squadra divenuta poi leggendaria negli anni sessanta con un trio d'attacco indimenticabile: Denis Law, lo stesso Charlton e il mitico George Best. Conquistarono la FA Cup nel 1963, poi il titolo nazionale due anni dopo e anche quello del 1967 che permise di disputare e vincere la Coppa dei Campioni: finalmente anche i maestri inglesi iscrivono la propria firma nella storia della competizione. E' credenza comune che se quel 6 febbraio del 1958 il destino non avesse giocato un terribile tiro ai giocatori del Manchester, questa squadra avrebbe potuto aprire un ciclo simile a quello del Real Madrid. La novità di questa edizione della Coppa Campioni è che nei primi due turni si tiene conto dei gol segnati in trasferta per determinare la squadra qualificata (in caso di somma di punteggi in parità) senza ricorrere allo spareggio.
Lo United si sbarazza facilmente dei suoi primi avversari: i maltesi dell'Hibernians, gli slavi del Sarajevo e i polacchi del Gornik Zabrze. Nelle semifinali i "Red Devils" sono opposti ad un Real Madrid in declino, ma sempre temibilissimo. In Inghilterra Best regala la prima partita agli inglesi, che vanno vicini all'eliminazione al Chamartin, dove a fine primo tempo si trovano sotto 1-3. La ripresa vede la furiosa reazione del Manchester, che accorcia le distanze con Sadler e pareggia con il vecchio difensore Bill Foulkes: Bobby Charlton e compagni sono così in finale, che si giocherà a Wembley e li vedrà opposti al Benfica di Eusebio. Concetto Lo Bello dirige un match palpitante e ricco di emozioni e colpi di scena. Bobby Charlton porta in vantaggio il Manchester, ma a undici minuti dalla fine Garca pareggia e rimanda tutto ai supplementari. Busby ricarica psicologicamente i suoi, che dominano i prolungamenti e in sei minuti segnano tre reti con Best (che beffa il portiere con un gioco di prestigio e poi esita beffardamente prima di infilare), Kidd e Charlton. È il trionfo della squadra di Busby, che alla fine dedicherà il meritato trionfo alla memoria dei "Busby Babes". Dopo questo successo Busby fu nominato cavaliere dell'Ordine dell'Impero Britannico, dopo che già dal 1958 ne era membro. Una frase storica associata a Sir Matt Busby è: "Il discorso alla squadra era molto semplice. Tutto quello che dicevo di solito era: "Appena è possibile, date palla a George Best". |